Interventi:

CLAUDIO CLAUDIANI Presidente FASC

On. PIERPAOLO BARETTA Sottosegretario Ministero dell'Economia e delle Finanze

PIERO LAZZERI Vicepresidente FASC

GIOVANNI LUCIANO Segretario Confederale CISL

CLAUDIO TARLAZZI Segretario Generale UIL Trasporti

GIULIANA COCCIA Presidente Collegio Sindacale FASC

On. LELLO DI GIOIA Presidente Commissione Interparlamentare di controllo sull'attivita degli enti di previdenza

EUGENIO BELLONI figlio del rag. Paolo Belloni componente del primo collegio sindacale FASC

FRANCO NASSO Consigliere FASC

 

 


CLAUDIO CLAUDIANI
Presidente FASC

“I fondatori del Fasc ebbero una originale e innovativa ispirazione. Si deve molto a loro. Ricordarli è un dovere al pari della riconoscenza. I valori costituenti, i sogni sono divenuti nel tempo una realtà significativa e importante. Gli iscritti titolari “della casa Fasc” la trovano sicura e accogliente. L’apporto specialistico e professionale dei dipendenti e lo spirito di squadra che li anima sono una carta importante di cui si ha prova quotidianamente. I risultati ci sono e il lavoro paga.
L’essere utili al prossimo equivale ad essere toccati dai colori più intensi e belli dell’emozione.  
Talvolta attraversiamo momenti e fasi di tensione dovuti sia a lasciti di  problematiche complesse sia al fatto che a fronte del notevole impegno volto a  conseguire saldi di bilancio soddisfacenti per gli iscritti siamo destinatari di aumenti importanti di imposte tributarie e di aliquote fiscali che riducono i margini.
Inoltre, questione non secondaria, più prelievi fiscali intervengono sulla formazione e liquidazione delle quote di ciascun iscritto.
Trovo al riguardo non più sopportabile il silenzio e l’assenza di iniziativa del Governo finalizzata ad apportare le necessarie e significative correzioni.
Tre impegni: proseguire e intensificare il recupero della evasione contributiva; progredire nel consolidamento e nell’ampliamento del patrimonio mobiliare e di contestuale valorizzazione di quello immobiliare; rafforzare e qualificare ancor di più il rapporto e i servizi agli iscritti.
Tra non molto lascerò l’incarico di Presidente con la certezza di aver dato molto e di aver ricevuto anche molto in termini di soddisfazioni e di riconoscimenti per il lavoro svolto. Il  22 Aprile del 1926 -  nascita del Fasc in ambito milanese e poi nazionale - mi  piace immaginarlo con un sole splendente, anche se forse non c’era. Però mi piace pensarlo così perché  inonda il passato e illumina la prospettiva. E con il sole germogliano tante cose ed  il Fasc è germogliato al meglio”.

 


On. PIERPAOLO BARETTA
Sottosegretario Ministero dell'Economia e delle Finanze

“Siamo tutti chiamati ad un salto di qualità, non facile perché significa abbandonare residui, mettere giù pesi e assumerne di nuovi, ma questo è il compito che noi abbiamo difronte. Penso sostanzialmente a due ambiti sui quali mi interessa soffermarmi brevemente nella riflessione collettiva. Il primo è la allargata dimensione di welfare che richiama a nuove responsabilità, e il secondo è il contributo e la partecipazione dei fondi alla crescita qualitativa e quantitativa del Paese. Sul primo punto dico che se vogliamo mantenere lo stato di protezione che abbiamo costruito negli anni, allora dobbiamo sapere che lo Stato da solo non ce la fa. C’è bisogno perciò di una collaborazione forte tra  pubblico e quel privato sociale che non è il mercato nel senso tradizionale del termine, ma che è quell’insieme di mondi che costituiscono un sistema di protezione integrato a quello dello Stato. Sul secondo dico che questo percorso è stato un percorso di successo, e il percorso di successo richiama anche ad ulteriori compiti. Questa è anche la direzione del governo. Il cuore della manovra è fatta di due gambe: una forte gamba sociale, e dall’altra una parte di investimenti sulla crescita. Sempre nell’ottica del sostegno all’economia reale, noi pensiamo che si possa fare un percorso aggiuntivo per ridurre in maniera drastica la tassazione anche di quella di cui Claudiani sollecita una rivisitazione  profonda. Io non voglio parlare di fusioni, ma va detto che la frantumazione dei fondi è un problema. Troviamo la modalità e le forme, ma facciamo in modo che però si possa realizzare una prospettiva nella quale i fondi, parlando tra loro, raggiungono una piattaforma complessiva”.

 


PIERO LAZZERI
Vicepresidente FASC

“Credo che il dovere di tutti noi sia  non solo di festeggiare i novant’anni, ma anche sottolineare  il fatto che in questa occasione le parti sociali  si sono confrontate. E si sono reciprocamente legittimate sul piano gestionale. Che cos’è  il Fasc per i nostri lavoratori? E’ quel sedicesimo stipendio che si usa anche in periodi di difficoltà, anche quando si perde il lavoro. Se questo fondo in questi anni è arrivato ad avere più di 800milioni di patrimonio vuol dire evidentemente che la sua missione  l’ha svolta, e l’ha svolta anche bene a mio modo di vedere. Dopo due  mandati all’interno di questo fondo devo dire che sono orgoglioso di averne fatto parte. E’ un Fondo amministrato bene  soprattutto con l’attuale gestione ed  è un Fondo solido. Lo dicevo prima come battuta, non capita tutti i giorni di far parte di un Consiglio di Amministrazione dove il tuo capitale ti può far comprare una banca e mezzo. Grazie mille a tutti e auguri al Fasc”.

 


GIOVANNI LUCIANO
Segretario Confederale CISL

“Ogni volta che mi sono occupato di Fasc nella mia veste precedente di Segretario Generale dei trasporti, dopo Claudiani, mi ha sempre colpito e impressionato un fatto:  che nel 1926 sindacati e aziende fanno un patto bilaterale che è ancora di assoluta attualità e nasce questo fondo, che è un conto di accumulo che serve per dare tutele in più ai lavoratori di un settore tra l’altro già esposto da allora a fatica, a usura. Come aspetto sindacale, secondo me, un fondo di questo tipo è un caso di scuola in Italia. Io non so se sono fuori dalle righe se vi dico che mi sono sempre chiesto per quale motivo un fondo del genere, con un capitale del genere, non possa essere stato adeguato nel tempo per erogare previdenza integrativa. In un Paese in cui il governo è alla continua ricerca di risorse, trovo sia un problema avere tutto questo tesoro frazionato in mille casette e non poterlo usare invece come andrebbe fatto, non per investimenti all’estero, a volte poco nobili, ma essere impiegato nell’economia reale in Italia”. Io penso che l’augurio che si possa fare al Fasc è che possa svolgere un ruolo anche migliore di quello che è riuscito a fare egregiamente fino a oggi per tutti i problemi che hanno i nostri lavoratori, che ha questa società e che ha il  paese.

 


CLAUDIO TARLAZZI
Segretario Generale UIL Trasporti

Il Fasc è antesignano assolutamente sì, perché ha realizzato una forma di previdenza per i lavoratori in tempi che non sono certamente quelli attuali, benché anche nell’attualità sia difficile realizzare strumenti di efficacia e di portata come quelli del Fasc. Ha aperto il tema della bilateralità della gestione paritetica tra organizzazioni che rappresentano il mondo dei lavoratori e il mondo dei datori di lavoro. In sostanza ha aperto la strada alle gestioni con responsabilità congiunta. Inoltre il Fasc ha un altro elemento sul quale dovremmo riflettere per rilanciare la previdenza complementare, ed è l’obbligatorietà della iscrizione e della  contribuzione. Uno degli elementi sul quale il Fasc è solido è proprio perché può contare sull’obbligatorietà del contributo che versano le aziende ed i lavoratori. Sul problema della frammentazione dobbiamo dare un orientamento che aumenti l’economia di scala e aumenti l’offerta ai lavoratori ai quali è rivolta la previdenza complementare. Credo la gestione e la conduzione del capitale da parte del Fasc abbia avuto una gestione assolutamente equilibrata ed attenta in un momento in cui il mercato finanziario non è dei migliori. Il Fasc ha avuto 2 cose sulle quali dobbiamo essere contenti: il primo è la sicurezza che il capitale non è mai stato messo a rischio, e l’altro che, pur nelle difficoltà del mercato, ha saputo con la diversificazione ottenere un rendimento sempre buono. Credo che il Fasc abbia tutte le caratteristiche e abbia maturato la necessaria competenza per fare un passo in più.

 


GIULIANA COCCIA
Presidente Collegio Sindacale FASC

Il lavoro fatto in chiave gestionale è assolutamente apprezzabile non solo per le modalità ma soprattutto per la trasparenza con cui è stato fatto. Non dimentichiamoci che il Fasc è stato il primo fondo a fare una gara europea per i gestori mobiliari e ha deciso di differenziare il rischio. Questa esperienza è stata poi ripresa da altri. L’altra cosa che è stata fatta è una riorganizzazione della fondazione per migliorarne l’efficienza. Io sono rimasta favorevolmente colpita dal sistema e dalle procedure informatiche che questa fondazione ha sviluppato al proprio interno, svincolandosi dai fornitori esterni. Questa cosa è un’eccellenza che non ho riscontrato in altri ambiti analoghi. Ho assistito a molti CDA e ho visto un clima di collaborazione. Vi faccio i complimenti in particolare al Presidente perché a volte non è così semplice. Mi auguro che il Fasc continui a progredire aggiungo soltanto una cosa:  una più ampia rappresentanza di genere negli organi collegiali.

 


On. LELLO DI GIOIA
Presidente Commissione Interparlamentare di controllo sull'attivita degli enti di previdenza

C’è necessità che si incentivi la previdenza integrativa e io sono profondamente convinto che si deve incentivare il welfare integrato e ci inserisco anche la sanità integrativa. La previdenza complementare non ha oggi un numero di iscritti significatavi: 6 milioni e rotti di iscritti mi sembra poco a riguardo del sistema generale. Se una cassa è privata per quale motivo deve essere soggetta al cosiddetto codice degli appalti? Forse per dare più lavoro al commissario… Credo che vada fatta chiarezza in generale e in particolare definire il cosiddetto conflitto di interesse: mi riferisco a quei rappresentanti dei ministeri che stanno nei consigli di amministrazione, per il semplice fatto che un rappresentante non può essere al contempo controllato e controllore. È chiaro che bisogna rivedere il sistema e affrontare il fatto che di 270 miliardi di euro che circolano in Italia, soltanto il 30 % è investito nel nostro paese e di questo 30%, se ci riferiamo alla casse, in economia reale si investe solamente il 3%. Ma dobbiamo capire che il prossimo futuro è destinato a utilizzare i fondi pensione con scelte chiare e con  rendimenti sufficientemente garantiti sul capitale investito. La questione di investire in economia reale non riguarda semplicemente lo sviluppo del paese, ma per gli effetti diretti ed indiretti il mondo del lavoro complessivamente inteso. Credo che dobbiamo ragionare in modo serio, responsabile, tranquillo, senza escludere nessuno, perché si possa fare un buon lavoro. Un lavoro che riguarda, la previdenza complementare come i fondi e le casse e tutte le fondazioni.



EUGENIO BELLONI
figlio del rag. Paolo Belloni componente del primo collegio sindacale FASC

Mi sono commosso quando il presidente Claudiani mi ha invitato a questo incontro perché mi sono ricordato quando ero giovane e mio padre mi parlava sempre con passione di questo fondo che lui aveva partecipato a creare nel 1926. Non posso che vedere con grande impressione che dopo 90 anni il fondo è ancora così florido, ancora così efficiente e non posso che fare i miei migliori auguri per esser presente, spero ancora, al centenario.

 


FRANCO NASSO
Consigliere FASC

Stiamo svolgendo un evento che non è solo celebrativo, ma man mano che siamo andati avanti la discussione è andata nel merito delle cose, una discussione che riguarda il futuro non solo del Fasc ma di tutte queste forme di bilateralità nel nostro paese.  Segnalo un clima positivo di un lavoro collegiale e di unità nella gestione del Fasc: merito di tutti, in particolare del presidente, dei consiglieri, dei sindaci e del direttore. L’asprezza del confronto sindacale non riverbera nella gestione del Fasc, si è capaci insomma di distinguere il fatto che lì c’è un interesse del lavoratori che non può essere strattonato dalle normali dinamiche sindacali. La struttura del Fasc è fatta da persone che lavorano con grande spirito di appartenenza, che vedono la struttura non solo come posto di lavoro, ma come una comunità. C’è sicuramente molto lavoro ancora da fare per garantire agli iscritti i risultati che si aspettano.