A distanza di circa 20 anni il FASC dal gennaio 2016 è dotato di un nuovo e più aggiornato Statuto che interpreta e tiene conto delle modificazioni intervenute in campo previdenziale, organizzativo e contrattuale.

Il forte radicamento in taluni territori e in molte aziende, la convergenza d’intenti tra aziende e rappresentanze sindacali dei lavoratori su obiettivi e finalità dell’azione contrattuale sono i punti salienti della complessa ma chiara identità del FASC.

Tratti sempre più forti nel tempo che hanno dato consistenza e irreversibilità alla stabilità della Fondazione.

Ieri come oggi fondamentale è il PATTO tra aziende e mondo del lavoro.

Questo PATTO trova cittadinanza nello stesso Statuto che declina quali soci fondatori le rappresentanze sindacali delle aziende e dei lavoratori che stipulano i contratti di lavoro di settore.

L’architrave del FASC è fatto dunque da FEDIT, FEDESPEDI e FEDERAGENTI e FILT-CGIL, FIT-CISL e UILT-UIL che sono gli artefici della nuova Fondazione e della sua gestione. Questo legame era e resta indissolubile.

La coesione del FASC è un valore forte e palpabile che va inteso anche quale capacità di conservare i suoi elementi distintivi e le sue specificità, impedendo possibili sgretolamenti e divaricazioni con innovazioni serie, coraggiose, coinvolgenti e trasparenti.

Siamo orgogliosi per quanto realizzato ed è molto!

Siamo, però, umili per non nascondere i problemi che ancora vi sono e per armarci della determinazione e della pazienza necessarie a risolverli.

Il FASC gode ottima salute e tutte le scelte sono rivolte alla tutela e alla crescita del capitale e, quindi, improntate al prioritario ed unico interesse degli iscritti e dei loro conti.

Dalla privatizzazione del 1995 ad oggi i conti attivi sono quasi raddoppiati e il loro ammontare è cresciuto una volta e mezzo.

L’attivo patrimoniale complessivo va ben oltre gli 800 milioni di euro ovvero circa il 140% in più del 1995.

Negli anni più recenti la sua crescita è stata constante e in controtendenza rispetto al decennio precedente.

La componente immobiliare diretta e indiretta che era oltre il 95% del patrimonio complessivo è oggi sotto il 50% ed è cresciuta esponenzialmente la componente mobiliare.

Le criticità immobiliari sono tuttora un freno ai rendimenti complessivi.

Le performance del portafoglio mobiliare e in particolare dei gestori che, scelti con gara pubblica europea, nonostante la congiuntura dei mercati, consentono di conseguire segni positivi.

L’attenzione massima al rischio è assunta come dovere prioritario.

Gli iscritti sono aumentati malgrado la crisi del settore. Molto è dovuto nel breve all’azione incalzante di recupero realizzato soprattutto grazie all’accordo con l’INPS sul monitoraggio delle aziende “obbligate” ad iscriversi al FASC.

Il sistema automatizzato interno consente una gestione efficace ed efficiente del FASC e del suo rapporto con gli iscritti; le potenzialità di tale sistema sono un vero capitale che è disponibile anche per assolvere impegni esterni.

La valorizzazione delle competenze interne, la loro crescita ed il loro coinvolgimento sono un punto di eccellenza, di orgoglio e di solidità per la Fondazione.

I cambiamenti anche organizzativi sono stati e sono molti, tutti senza incertezze ma anche senza sacrificare valori ed identità. Alla coesione il FASC coniuga la solidarietà come risorsa strategica che alimenta consapevolezze e rispetto oltre che essere fattore di sicuro successo.

La Fondazione FASC contribuisce sicuramente con l’apporto decisivo e insostituibile delle aziende e dei lavoratori al bene comune. Ne siamo tutti orgogliosi.

 

Il Presidente FASC

Claudio Caludiani