Ai giorni nostri l’incertezza del futuro è divenuta sempre più una costante per tutte le società. Di tale situazione ne risentono maggiormente le fasce più deboli della popolazione, ovvero i lavoratori e specialmente i giovani.

La stabilità e la crescita dell’occupazione, in conseguenza della congiuntura economica e finanziaria che ha colpito l’intero globo in questi ultimi anni, sono divenuti sempre più un obiettivo primario per la nostra società.

Di tale congiuntura economica ne risente anche la previdenza, poiché essa è strettamente legata al lavoro: se c’è quest’ultimo, c’è anche la previdenza.

La “PREVIDENZA INTEGRATIVA”, a fianco di quella pubblica, costituisce una componente del benessere sociale conseguibile e una delle poche armi che l’attuale società fornisce ai singoli individui per un futuro meno incerto e problematico.

Nell’ormai lontano 1926 è sorto un fondo, inizialmente rivolto ad un ambito territoriale circoscritto, i cui fondatori avevano probabilmente un obiettivo molto simile a quello dell’attuale previdenza integrativa, ovvero di offrire un ulteriore sostegno economico, sotto forma di un conto ad accumulo, ai lavoratori iscritti che raggiungevano l’età pensionabile o che comunque uscivano dal settore.

Questa esigenza, oggi, assume importanza maggiore in quanto il primo pilastro previdenziale darà a larga parte dei lavoratori un reddito significativamente ridimensionato.

Quel fondo, nato nel 1926, oggi si chiama FASC – Fondo Agenti Spedizionieri e Corrieri e ha sede a Milano; è un fondo di Previdenza a capitalizzazione costituito inizialmente a Milano e Provincia dietro iniziativa e accordo tra le aziende di trasporti e le rappresentanze dei lavoratori.

Un accordo innovativo e rivoluzionario per quell’epoca. Un’espressione forte e condivisa di sensibilità sociale, di inclusione e partecipazione.

Buone pratiche, trasparenza gestionale e rendicontazione puntuale i segni distintivi del FASC fin dalla sua costituzione.

Protagonisti e artefici le associazioni di riferimento e l’adesione convinta ed ampia degli impiegati.

L’art. 4 della Legge 3 aprile 1926, n. 563 e il successivo Regio Decreto del 1° luglio 1926, n. 1130 recepirono premessa e contenuto dell’accordo dando al medesimo forza di legge.

L’evoluzione in Fondo Nazionale di Previdenza per gli Impiegati delle Aziende di Trasporti e la previsione della iscrizione / contribuzione obbligatoria traggono origine da due specifici contratti nazionali collettivi di lavoro del 16 novembre 1933.