
 
È tempo di grandi esempi e discontinuità ed un evento, in particolare, 
coglie in pieno questa esigenza: il nuovo Papa Francesco coniuga i 
profondi valori del Vangelo e dell’attenzione verso gli ultimi con la 
umiltà dei comportamenti e la semplicità della parola.
Parole asciutte come “Buonasera” “Buongiorno” e “Buon pranzo” hanno 
assunto un dato quasi rivoluzionario contribuendo efficacemente a 
riavvicinare la gente e i fedeli; forse anche a far ritrovare la gioia e
 l’armonia dello stare insieme.
Qualcosa sembra muoversi anche altrove. A distanza di circa un mese dal 
risultato delle elezioni vi è stata l’elezione dei Presidenti delle due 
Camere. 
Il varo del nuovo Governo non sembra ancora a portata di mano. Speriamo 
avvenga presto perché gli italiani hanno votato per il cambiamento e per
 un Governo. I problemi sociali ed economici del Paese premono per 
intensità e per drammaticità. Occorre un impegno straordinario per fare 
uscire l’Italia dalle sabbie mobili e dall’impotenza, frutto anche di 
logoranti tatticismi. La straordinaria lucidità del Presidente 
Napolitano può ancora “aiutare” tutti.
Le priorità da affrontare sono più che note tanto sul fronte delle 
riforme istituzionali e della politica, quanto su quello economico e 
sociale. Le risposte sono quasi obbligate tanto nei tempi - veloci per 
ridare ossigeno alle imprese, al lavoro e per tenere a bada la 
speculazione - come nei contenuti che non possono prescindere da una 
forte attenzione verso i deboli, i disoccupati e i giovani.
Risolvere in fretta dilemmi e problemi per rientrare nel gruppo dei 
Paesi normali non è certamente una passeggiata, ma è indiscutibilmente 
necessario nel segno dell’equità e di una pressione fiscale attenuata.
Milioni di giovani, di famiglie e di imprese invocano, pur percependo 
che il futuro è diverso da quello immaginato fino a poco tempo fa, una 
nuova fase e una prospettiva di crescita senza per questo pensare e 
sollecitare nuove e ravvicinate elezioni. 
Responsabilità generosa, impegno forte e diffuso sono d’obbligo per 
tutti coloro che portano responsabilità pubbliche; il Paese non merita 
questo mortificante e pesante contesto. Abbiamo ancora forti energie e 
opportunità ampie per cambiare. Mettere insieme le prime e cogliere le 
seconde per obiettivi precisi e selezionati con la partecipazione e il 
concorso anche delle parti sociali è quanto in molti auspicano e si 
attendono.
Noi del Fasc, nel nostro lavoro, stiamo cercando di mantenere la nostra 
rotta, per garantire il futuro degli iscritti, un maggiore contenimento 
dei costi, una attenta e trasparente gestione della Fondazione e 
un’attività costante di ascolto. I prossimi mesi saranno sicuramente 
molto importanti e dovremo capire anche come entreranno nella nuova 
agenda politica i temi del welfare e della previdenza. Quello che 
possiamo affermare è che sicuramente non perderemo di vista i nostri 
obbiettivi tesi a garantire un futuro più giusto e sicuro.
Le casse invocano
un fisco più leggero:
 
ecco i principali capitoli del manifesto dell’Associazione degli enti previdenziali privati.
 
 
	Ecco i principali capitoli del manifesto dell’AdEPP per il Paese
a) Il lavoro: la disoccupazione ha superato l’11% con un aumento 
dell’1,8% su base annua e quella giovanile è oltre il 35%. Anche chi 
formalmente è occupato non se la passa bene, a partire dai precari. La 
cassa integrazione è in crescita continua.
Una prima risposta per rilanciare l’occupazione può venire tanto da 
diffusi interventi sulla manutenzione del territorio e di beni sociali 
quanto dalla riduzione del cuneo fiscale.
Occorrerà una forte iniziativa concertativa con le parti sociali che 
coinvolga tutti i soggetti portatori di interessi collettivi quali i 
fondi e le casse.
b) La tassazione: mettere le casse e i fondi nelle condizioni di 
fare da leva per la ripresa della crescita portando i prelievi sugli 
investimenti dal 20% al 12% e quindi liberando risorse per lo sviluppo 
senza deprimere le prestazioni pensionistiche e assistenziali.
c) Togliere i fondi e le casse dall’elenco Istat, 
restituendo autonomia e azzerando la nuova tassa che incide 
indirettamente sugli accantonamenti e sui rendimenti individuali e che 
va sotto il nome di spendig review.
Come Fasc condividiamo in maniera convinta queste assolute priorità e i 
relativi obiettivi. Ci fa sentire un po’ stretti l’assenza di 
riferimento a tutto quel mondo del lavoro dipendente che pure alimenta 
casse e fondi e le relative associazioni. Avremmo preferito ovviamente 
qualche menzione anche nel recente “Professional Day”. La vita prosegue 
ugualmente, ma AdEPP una riflessione in tal senso la deve pur fare 
cercando di valorizzare minoranze che sono comunque una risorsa.
	
AdEPP e il suo Presidente Camporese a confronto con esponenti dell’Unione Europea
 
 
	“Mentre la Commissione europea sta riformando, in queste ore, la 
direttiva sulle qualifiche professionali introducendo la tessera europea
 delle professioni per ridurre gli ostacoli alla mobilità, scopriamo 
che, per colpa di disuguaglianze fiscali evidenti, rischiamo di rendere 
vano l’abbattimento delle barriere creando di fatto professionisti 
vantaggiati e professionisti penalizzati” – questa la denuncia del 
presidente dell’AdEPP, Andrea Camporese nel suo intervento a Bruxelles 
durante il convegno organizzato da Eurelpro e che ha visto la 
partecipazione anche del Commissario europeo per l’occupazione e gli 
affari sociali, Laszlo Andor.
“Dobbiamo avere il coraggio di passare dalle parole ai fatti – ha 
sottolineato Camporese – perché la tassazione che subiamo non ha eguali 
negli altri Stati membri. In Italia gli utili finanziari sono tassati al
 20%, poi c’è l’Iva, l’Irap, l’Imu, i bolli sulle transazioni 
finanziarie e così via. La Previdenza non può essere solo un soggetto 
economico al quale sottrarre soldi per coprire buchi di bilancio che 
oltretutto non ha prodotto. Parlo di un flusso di circa 500milioni di 
euro ogni anno che vengono puntualmente sottratti ad un sistema che si 
autogoverna senza costare un solo euro allo Stato e che potrebbe 
rispondere attivamente ad una domanda sempre più crescente di sviluppo”.
Le risorse di fondi e casse sfiorano i 60 miliardi e ogni anno vi è un gettito di ulteriori diversi miliardi. 
Un tema, quello della tassazione, ripreso anche dallo stesso Commissario
 europeo per l’occupazione e gli affari sociali, Laszlo Andor, che ha 
sottolineato come : “La pressione fiscale è aumentata a causa della 
crisi economica, inducendo i Paesi a portare avanti per lo più politiche
 di recupero fiscale. Dobbiamo invece tenere presente che le pensioni 
devono essere sostenibili ma anche adeguate. La stessa OCSE sta facendo 
uno studio su alcuni aspetti che interessano i sistemi di previdenza 
privati, tra questi sicuramente la tassazione, compresa l’anomalia 
italiana”.
 “Il sistema previdenza non può essere scollegato dal sistema Paese, se 
non seguendo una pura logica matematica finanziaria – ha spiegato il 
presidente dell’AdEPP durante il suo intervento – l’allungamento della 
vita provocherà a breve, e non solo in Italia, uno shock di copertura 
previdenziale. Deprimere ulteriormente l’ambito assistenziale privato è 
miope e pericoloso. L’adeguatezza, dopo la raggiunta sostenibilità a 
lungo termine, è un tema rilevante. Dobbiamo pensare ad un sistema che 
segua il libero professionista dall’inizio dell’attività fino alla 
pensione, sostenendolo se deve affrontare una perdita o una diminuzione 
del proprio reddito, aiutandolo nell’accesso al credito, riducendo il 
gap che lo vede per anni percepire guadagni irrisori. Altrimenti avremo 
sistemi molto sostenibili che erogano però pensioni molto basse. Non è 
questa l’Europa e l’Italia nella quale mi auguro di vivere. 
Riequilibrare la tassazione per liberare risorse necessarie a creare 
l’impalcatura di un sistema virtuoso ed efficace in grado di rispondere 
ad un nuovo modello di società, alle sfide che l’allungamento 
dell’aspettativa di vita ci impone, deve essere la scelta futura”.
	

